martedì 30 dicembre 2014

La vita segreta di una donna

Era un articolo di giornale, letto velocemente, non ricordo il nome, la data, il titolo, la testata nient'altro. Ma il succo era più o meno questo:

Trovata morta donna di sessanta anni, aveva la cirrosi epatica ma nessuno dei suoi parenti sapeva o si era mai accorto che la donna bevesse.

E allora mi sono immaginato un magone di cose, impossibile definirle tutte insieme, come deve essere stata la vita di questa donna, dove teneva le bottiglie, sportelli di mobile chiusi a chiave, quanto cazzo deve fare male?


Uccidere un uomo per sbaglio

Maffeo Marinelli è un omarello, vive tutt'ora a Pesaro ed è nato nell'entroterra, nella zona di Pieve di Cagna. Ha scritto, non è un vero e proprio libro, sono piuttosto dei fogli rilegati: "La Mia Vita".
Pretenzioso, sembrerebbe. Ma si è presentato a me con una urgenza di raccontare mista a quella come di sgravarsi, spiegare, togliere un peso, smacchiare, non la coscienza che quella ci vuole tanto tempo che non basta, quanto l'anima.

Ai tempi della guerra era un giovane partigiano, non di quelli pericolosi, si intende, con poche mansioni effettive e non tanto da guerriglia. Era accampato nel Monte della Luna, in zona Cerqueto Buono, e sapendo che aveva la madre malata un suo superiore gli diede il permesso e un cavallo per andare a trovarla.
Maffeo sarebbe voluto partire così come era, con il mitra addosso, ma il superiore gli disse meglio di no, che per la sua incolumità sarebbe stato meglio non farsi vedere con il mitra e gli consigliò di prendere due bombe a mano "balilla" comunque per sicurezza.
Racconta che poi, tornato a casa ebbe modo di salutare anche la fidanzata, Ada Ceccarini, con la quale si sarebbe sposato, stando settanta anni insieme.
Ritornando in Formazione si era fatto tardi e stava per imbrunire, nel territorio di Sassocorvaro, alla Madonna del Mozzicone, si trova di fronte un carabiniere che si spaventa subito alla sua vista, e anche Maffeo si impaurisce e si nasconde in un greppo lì vicino. Il carabiniere, però dice, è quello che forse si spaventa di più e allora spara due colpi con la pistola, Maffeo, ancora nascosto, senza guardare tira le due bombe a mano in direzione degli spari. Dopo i boati non sente più nulla, si alza piano piano, cerca di guardare e vede qualcosa di indefinito, tra la confusione e lo scuro, senza rendersi conto di quello che era successo esce dal riparo, scende dal greppo e trova il carabiniere a terra morto.

Dopo due anni, i carabinieri lo vanno a prelevare, ma Maffeo, anche grazie al suo comandante, riesce a dimostrare che la sua era stata una azione di difesa. E il fatto viene catalogato come episodio di guerra, ma chiaramente è una cosa grave, che è rimasta dentro di lui, ogni volta che ne parla piange.

"Non mi sento un assassino perché ho difeso la mia vita, non è una disgrazia, è una cosa che non doveva mai capitare. Appena successo il fatto ho raccontato cosa era successo al mio comandante e lui mi rispose: - guarda che quel carabiniere voleva addirittura venire con noi partigiani...
al che io mi sono sentito ancora più male, da quanto era assurdo tutto quanto."

Il mulo e l'inglese

C'era un inglese, uno di questi che comprano casa da ristrutturare, cascine sperdute in campagna, specialmente nel centro italia, la prima zona, poi inflazionata è certamente la toscana, poi la verde umbria e di seguito, ma non da meno, la zona di confine delle Marche.

Una volta stabilitosi, di solito anche in maniera spartana, vuoi per solitudine o bizzarria, prese con se in casa un mulo. Il mulo viveva tutto il giorno con lui, dentro casa e fuori, mangiare e dormire insieme. Il legame uomo-bestia, padrone-animale, divenne sempre più forte, talmente forte da mutare in elezione, in tenerezza, e, arrivato il momento del desiderio, della voglia carnale, il mulo innamorato volle ingropparsi il padrone. Lo prese sotto le sue zampe serrate in modo che l'uomo non riusciva a divincolarsi, anche imbarazzato cercò con le buone, di far ragionare il mulo, ma niente, riuscì allora, girando il capo all'indietro, a dargli un morso nell'orecchio, così il mulo, urlando lui e urlando l'uomo mollò la presa.

L'uomo fu costretto ad avvertire una qualsiasi associazione per il recupero degli animali, che presto intervenne e portò via il mulo tra le lacrime di tutti e due.

Questa storia mi è stata raccontata dal signor Italo Grilli di Cagli nel novembre 2014.